Il mondo dei vini dolci ha un fascino indiscutibile. Le tipologie prodotte, vere chicche per il palato, alcune delle quali vantano storie millenarie, resistono grazie a produttori che continuano a portare avanti la tradizione. Vini fortemente legati ai territori di origine che, però, non hanno ancora tutti una visibilità tale da garantire flussi di vendita adeguati e remunerativi.
Si sa che il mercato dei vini dolci rappresenta una nicchia: i consumi sono limitati alla proposta nella regalistica e durante il periodo delle festività. Soffrono anche del tradizionale abbinamento a tavola esclusivamente a fine pasto, con prodotti dolciari, che se da un lato può esaltarne le peculiarità, dall’altro limita fortemente la percezione delle potenzialità di utilizzo in altri ambiti, in particolare nel consumatore medio.
Per farsi un’idea più chiara, basta pensare al mondo della mixology che ha molte carte basate sulla creazione di originali cocktails, o all’abbinamento a piatti salati per risultati percettivi alternativi e intriganti. Diventano, quindi, anche vini da aperitivo e non solo da meditazione, riscontrando apprezzamento e interesse anche nelle fasce più giovani.
Il vino dolce va concepito come una produzione di pregio, e quello che va spinto con la promozione è che cresca la consapevolezza che, seppur posizionato su prezzi medio-alti, può e deve essere scelto nelle carte vini dei ristoranti e deve comparire sugli scaffali delle enoteche come un vino alla pari delle altre tipologie e con criteri di abbinamento diversi.
Va da sé che si rende necessaria la preparazione dei produttori, dei venditori, dei ristoratori e degli enotecari affinché il consumatore riesca a valutare correttamente questo tipo di prodotto. In che modo? Con un diverso approccio nella comunicazione, trovando la chiave ideale per trasmettere la filosofia delle tecniche di produzione.
La famiglia dei vini dolci ha tante declinazioni che permettono davvero usi diversi e alternativi che regalano sensazioni di corposità e morbidezza, fino alla vera e propria dolcezza. Vini che possono rappresentare un territorio, un vitigno, in modo da arricchirne il racconto e conquistare anche i più scettici, inserendosi a pieno titolo nell’offerta enoturistica di una cantina per raccontare una tipicità, soprattutto dove produrre vini dolci è arte antica tramandata nei tempi e i vitigni autoctoni sanno produrre nettari unici ed espressivi.
Si parla sempre più spesso di turismo esperienziale in quanto l’enoturista è alla ricerca di momenti che arricchiscono le sue conoscenze, è attento esploratore e curioso scopritore, sceglie la sua destinazione di viaggio attratto da proposte originali che riconosce come esclusive e nuove. E nell’ottica di una “wine experience” coinvolgente non può certo mancare la proposta di vini dolci, parte integrante di uno storytelling emozionale e puntuale.
Creare interesse turistico e attirare flussi proprio grazie a quei prodotti che più rendono l’esperienza unica vuol dire generare ricchezza e riconoscibilità non solo per il brand ma per tutto il territorio circostante. La promozione territoriale diventa vincente proprio perché espressione autentica di una produzione qualitativa che porta ricadute positive su tutta l’economia del luogo, aiutando la crescita della domanda a fronte di un’offerta sempre più completa.
Anche sugli scaffali dei punti vendita i vini dolci hanno bisogno di un posizionamento più evidente e immediato, che si leghi al territorio di origine, più che alla categoria e al tipo di abbinamento in senso stretto. Basterebbe proporlo in modo più innovativo, spendendo tempo per approfondire le varie tipologie, sensibilizzando a un consumo più vario, accompagnando in una scelta che parte dal vino per arrivare al piatto da abbinarci. Un punto di vista diverso che cambia l’approccio al vino e che potrebbe aiutare a capire meglio nel momento della scelta le qualità intrinseche di un prodotto così prezioso.
Serve uno storytelling emozionale e strategie di marketing mirate per promuovere sempre meglio questa tipologia di vino, stimolare la vendita e indirizzare il consumatore verso un bere più consapevole.
I vini dolci meritano riconoscenza e maggiore bevibilità. Sono vini con una propria specifica identità che va a completare il valore di un territorio. A questo si aggiunge il piacere di degustare un prodotto di grande eleganza al gusto e alla vista, che può legarsi sicuramente a momenti speciali.
Marianna Cardone – Delegata Regionale Associazione le Donne del Vino