Foto e Video: Gianni Tinelli
Pubblico delle grandi occasioni. Banchi d’assaggio ricchi di tesori enologici. Straordinari prodotti tipici pugliesi. Incantevole location. Serata quasi di fine estate, baciata da una inusuale mitezza.
Questi gli ingredienti della quinta edizione di “VITIGNI E VINI FRATELLI D’ITALIA 2019” che l’AIS Murgia ha organizzato presso la Tenuta Barberio di Castellana Grotte (BA).
Cosa può esserci di più suggestivo di un viaggio nel mondo dei vini italiani, quasi stando da fermi? Soltanto l’imbarazzo della scelta di fronte ad oltre 100 etichette in degustazione fra spumanti, vini bianchi, rosati, rossi e passiti!
È appena sfumato il tramonto in una serata quasi di fine estate.
Nel dehors di Tenuta Barberio mi lascio pervadere dalla bellezza: la luce del crepuscolo fa risaltare i contorni, le forme ed i colori autunnali ed il vento spettina le fronde degli alberi. Se immagino la Murgia, penso a paesaggi come questo: collina e campagna che si rincorrono in una giocosa altalena di viti e di ulivi, quasi in una setosa e pietrosa carezza.
La realizzazione e la presentazione dell’evento sono state magistralmente orchestrate da Vincenzo Carrasso, relatore e Delegato Murgia dell’AIS Puglia, il quale ha ribadito il costante impegno della Delegazione dedicato alla riscoperta dei vitigni cd. “minori”, in collaborazione con il CNR e l’Università di Bari.
Il dr. Giuseppe Baldassarre, Consigliere Nazionale AIS, componente di GEN e responsabile degli eventi dell’AIS Murgia, ha affascinato gli enoappassionati raccontando la storia e le peculiarità del caleidoscopico universo dei vini e dei vitigni della cd. “Enotria tellus”; terra benedetta, l’Italia, dalla presenza di circa 400 varietà, alcune più note, altre meno od addirittura rare, ma tutte indispensabili per disegnare l’identità viticola di un territorio: Rebo, Kerner, Marselan, Incrocio Bruni 54, incrocio Manzoni, Vitovska, Cornalin, Timorasso, Boschera, Groppello e Caprettone, sono solo alcuni esempi della straordinaria e preziosa biodiversità del nostro paese.
La riuscita dell’evento è debitrice, infatti, dei tanti produttori italiani, che hanno custodito e preservato da un possibile oblio l’autentica ricchezza del poliedrico patrimonio ampelografico italiano e che hanno risposto con grande generosità all’invito dell’AIS Murgia a partecipare a questo evento più unico che raro: è straordinariamente stimolante conoscere i volti ed ascoltare le storie di questi uomini, a volte caparbi, a volte addirittura visionari, la cui maniacale devozione si nasconde all’interno dei calici dei loro vini.
Un particolare ringraziamento va al Sig. Pironti, titolare della calabrese cantina Antiche Vigne, costantemente presente all’evento sin dalla prima edizione ed artefice della riscoperta del Magliocco dolce e del Greco nero.
I banchi d’assaggio sono stati letteralmente assediati da un pubblico competente e curioso, accompagnato con mano esperta dai sommelier dell’AIS che hanno stappato attimi di felicità in un emozionante viaggio fra regioni e territori, alla scoperta delle rarità enologiche della nostra penisola.
I vini sono fatti per essere bevuti e sono diversi l’uno dall’altro, come le persone: ci sono quelli timidi e quelli solari, quelli intimi e quelli eleganti, quelli perfetti e quelli la cui imperfezione ci fa innamorare!
Da tutti, o meglio, da quelli che ho potuto assaggiare restando sobrio, sono stato sedotto come se fossero una gran dame, in abito da sera, pronta per andare a teatro, che ti ubriaca di vita.
Questi vini sono attivatori di relazioni, abbattono le distanze culturali, forse sono cibo della mente, ma anche del corpo: il loro assaggio è stato, infatti, più prosaicamente esaltato dalle tipicità gastronomiche della Murgia, fra prodotti caseari e da forno, olio e carne alla brace che, ormai, costituiscono un must ricercatissimo, specie dai turisti. Il tutto completato dal gradito sottofondo della musica dal vivo, che ha reso ancora più charmant la serata.
In fondo, bere vino è giocare, da adulti, con gli occhi divertiti e curiosi di quando eravamo bambini!
Questo viaggio virtuale ha, forse, placato la nostra voglia di bere, instillandoci, però, anche il desiderio di scoprire, di assaporare con i sensi i paesaggi, le vigne, i piatti peculiari di ogni territorio, oltre che gli artefici delle bottiglie, affinché il binomio vino-territorio possa vivere appieno la propria intrinseca ed italiana sensibilità.
A conclusione di questa splendida serata, parafrasando una celebre frase di Kant, posso dire: “il cielo stellato sopra di me, il nettare dell’anima in me”.
Giuseppe Bianco
Addetto stampa AIS Murgia – Sommelier