Da viticultore agronomo dell’azienda BOTRUGNO sono spesso interpellato da amici coltivatori o da professionisti “wine lovers” per individuare il vitigno “consigliato – consigliabile” per la realizzazione di un nuovo vigneto.
La mia ormai solita risposta mi toglie da ogni imbarazzo in quanto rispondo immediatamente con un ‘altra domanda: “qual è il tuo obiettivo enologico? “ ; alla titubanza degli interlocutori provo a facilitarne la risposta illustrando le caratteristiche dei nostri vitigni autoctoni ed in particolare, senza volerlo, immancabilmente trasferisco loro che il vitigno che personalmente da vitivinicoltore prediligo è proprio la MALVASIA NERA DI BRINDISI.
In realtà ne esalto l’habitus vegetativo, il portamento eretto che conferisce eleganza alla forma di allevamento praticata, la buona produttività e la produzione di grappoli con acini tondeggianti, così vellutati e perfettini che se potessero si farebbero un selfie.
A pensarci bene questa mia naturale inclinazione all’elogio della MALVASIA NERA DI BRINDISI è inconsciamente legata ai miei ricordi di infanzia: “ patrunu RO’ “, mio padre viticultore, come massima espressione di attenzione nei confronti di mamma AURORA si vantava di non portale fiori permettendosi di donarle direttamente perle di malvasia quale uva preziosa da individuare tra i predominanti ceppi di alberello di negro amaro ; la bellezza e la bontà in tavola ottenute da tale selezione in campo venivano poi ampiamente ricambiate nel tempo nella preparazione dei “bocconotti” il cui ripieno principe era ed è la mostarda di malvasia nera.
Rispetto a quei tempi, ed ormai da un ventennio, la scelta aziendale di impiantare la MALVASIA NERA DI BRINDISI su appezzamenti dedicati che ne facilitano la tracciabilità è obbligata dall l’obiettivo enologico di produrre vini dal gusto internazionale, morbidi e vellutati (in netta contrapposizione con i tanto bistrattati vini da taglio del passato).
Ma passato e presente continuano involontariamente ad essere testimoni di relative distintività:
nel passato Brindisi eccelleva per la produzione dei cosiddetti “filtrati dolci” ad alta gradazione zuccherina , ottenuti con il concorso predominante della malvasia nera, opportunamente “mutizzati”, ovvero a fermentazione inibita, utili a rendere corposi i vini di altre zone d’Italia;
nel presente d’obbligo per esaltarne le potenzialità inespresse rivalutare i grappoli di malvasia nera RIGOROSAMENTE IN BOTTIGLIA, declinando in chiave moderna, in un prodotto prelibato, una bottiglia di vino dedicato all’elogio alla lentezza ed al gusto d’abbinamento che si opponesse appunto fortemente alla frenesia dei tempi moderni e soprattutto alla distorta reputazione passata.
Nelle nostre intenzioni di “produttori – cultori della tradizione” l’impronta aziendale di esaltazione del terroir BRINDISI a partire dalla MALVASIA NERA e dal confronto con un clima in rapidissima evoluzione avrebbe dovuto essere una prova di maturità: ironia della sorte, immaginavamo solo idealmente di poter essere sapienti custodi di saperi e sapori invece ci siamo ritrovati ad essere letteralmente custodi in vigna : nella nostra realtà , per produrre il nostro BOTRUS con continuità, ci scontravamo spesso con usi e costumi del posto, per i quali, a fine vendemmia, chiunque era libero di raccogliere i cosiddetti “racioppi”, ovvero l’uva lasciata involontariamente sul campo dalle donne vendemmiatrici: malaguratamente per noi proprio i grappoli da noi selezionati, da lasciare sui ceppi per un altro mese ed ottenere maggiori concentrazioni zuccherine, erano oggetto di attenzioni fin troppo interessate prima di uomini e poi di insetti.
Facendo di necessità virtù, da custodi a 360 gradi, con il pretesto di vigilare la presenza di estranei raccoglitori in post vendemmia primaria, monitoriamo il volo delle vespe sugli acini ormai avvizziti e quando diventa insistente tanto da iniziare a svuotarli cogliamo il momento ideale per la seconda vendemmia quella tutta dedicata al BOTRUS: il corpo e la forza della tradizione, l’eleganza e la gentilezza di una moderna lavorazione.
Sergio Botrugno
Produttore