L’Associazione Nazionale Le Donne del Vino delegazione Puglia, in occasione della decima edizione di Dolce Puglia, ha accolto l’invito da parte dell’Ais Murgia di portare il suo contributo con una sintetica ma esaustiva panoramica sull’appetibilità dei vini dolci nel mercato italiano ed estero, attraverso un sondaggio realizzato tra le produttrici pugliesi Donne del Vino.
Opinione condivisa è che agli occhi degli appassionati il vino dolce pugliese possiede un prestigio che lo rende diverso da qualsiasi altra etichetta, rappresenta l’abbinamento perfetto per tutta la pasticceria tipica nonché per tutti i formaggi saporiti, ed è il risultato elegante di una capacità enologica garantita da grandi sforzi durante il processo produttivo.
Nonostante tutto però i vini dolci vivono ancora un po’ all’ombra delle altre denominazioni, sono trascurati dai consorzi, poco promossi dai media e figli di una concezione/pregiudizio di vino da dessert stucchevole. Questa situazione si rispecchia di conseguenza nei trend di consumo in Italia dove il vino dolce risulta far parte di un mercato di nicchia, appannaggio del palato principalmente femminile e che viene associato ad un’alta gradazione alcolica spaventando quindi il consumatore finale. La domanda di vino dolce ha mostrato una leggera crescita negli ultimi tre anni grazie alle nuove tendenze culinarie che vedono a fine pasto un vino dolce anziché una bollicina. All’estero la situazione è leggermente più statica; fatta eccezione per Cina, Olanda, Russia e Svizzera dove i vini dolci hanno la loro collazione, il posizionamento degno di nota non è ancora sufficiente, quindi assolutamente da incrementare con un grande lavoro sulla comunicazione perché diventino veicolo anche per nuovi mercati per i quali ancora oggi i maggiori consumatori di vino dolce sono le persone in un target di età over 70, o le persone che iniziano ad approcciarsi al mondo del vino e per le quali spesso e volentieri la ricerca di questo prodotto è in una fascia di prezzo medio-bassa.
Questi prodotti rischiano di non uscire da questo gap creatosi nei mercati e forse perché i vini dolci sono troppo legati ai classici rituali. Se l’abbinamento tradizionale alla pasticceria non ha quasi più senso e il concetto di ‘vino da meditazione’ non ha mai realmente attecchito, evidentemente bisognerebbe cambiare rotta. Forse bisognerà considerarli vini da tutto pasto e affinché questo possa avvenire, il pensiero attualmente in voga ma ancora da consolidare è quello di produrre vini dolci meno concentrati, più equilibrati, più versatili, nel rispetto del territorio e dell’uva, ma anche con un occhio attento al mercato e ai gusti del consumatore. Parola d’ordine per le prossime annate sarà quindi “una maggiore bevibilità garantita sempre dall’accentuazione degli aspetti più accattivanti e suadenti dei vini dolci pugliesi”, e una comunicazione sempre più incisiva rivolta a far conoscere le varietà autoctone più adatte a produrre vini di gran pregio e le varie tecniche produttive che caratterizzano i vini dolci di Puglia. Eventi mirati come quello di Dolce Puglia è certamente uno strumento utile per approfondire questa conoscenza del panorama dei vini dolci e le Cantine pugliesi trovano così un alleato fondamentale per la migliore comunicazione possibile del loro prodotto di nicchia, un vero nettare tutto da gustare.